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Lettera al Ministro dell'Interno. Date degna sepoltura !

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Sig.ra Luciana Lamorgese Ministra dell'Interno  La  scrivo come presidente dell’Agenzia Habeshia, che si occupa, come forse saprà, della sorte dei profughi/migranti, dei loro familiari e, più in generale, del difficile problema dell’emigrazione. Sono passati più di due anni dal naufragio di una barca di migranti avvenuto nel dicembre del 2019 in prossimità di Lampedusa, lo stesso mare della strage del 3 ottobre 2013, con ben 266 vittime, quasi a segnare una continuità con quella tragedia che ha sconvolto le coscienze di tutta Europa. Una continuità che nasce in particolare dal dolore per il destino di migliaia di profughi e migranti inghiottiti dal mare sulla faticosa via dell’esilio. Anche in quel dicembre 2019 ci furono numerose vittime. A rilanciare ora la ferita di quel secondo naufragio di Lampedusa è la notizia, diffusa ampiamente dai giornali siciliani, di quanto si sta verificando nel cimitero di Piano Gatta ad Agrigento.  In questo luogo di meditazione e preghiera, come f

Letter Appeal to Ethiopian Prime Minister Dr. Abiy Ahmed Ali

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Appeal Letter Dr. Abiy Ahmed Ali Ethiopian Prime Minister Mister President, as you certainly know, the more than 100,000 Eritrean refugees and asylum seekers present in Ethiopia have found themselves involved in spite of themselves in the war that has been going on for over a year. The worst fate is certainly that experienced by the tens of thousands hosted in the reception centers of the Tigrinya region, who - especially in Hitsats and Shimelba - ended up on the line of fire, suffering deaths, killings, bullying and kidnappings. The recent bombings in the vicinity of the profege camps in Mai Ayni - Shire and Dedebit which killed many civilians including Eritrean refugees and children is a cause for anguish for all of us. However, there are many others who, although far from the fighting, have undergone and are still undergoing incomprehensible treatment and suffering, certainly without any justification. I refer, in particular, to a numerous series of arrests and arrests in different

Lettera Appello al Primo Ministro Etiope Dr. Abiy Ahmed Ali

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Lettera Appello   Dr. Abiy Ahmed Ali Primo Ministro Etiope   Signor presidente,   come certamente sa, gli oltre 100 mila profughi e richiedenti asilo eritrei presenti in Etiopia si sono trovati coinvolti loro malgrado nella guerra in corso da oltre un anno. La sorte peggiore è sicuramente quella vissuta dalle decine di migliaia ospitati nei centri di accoglienza della regione tigrina, i quali – specie a Hitsats e Shimelba – sono finiti sulla linea del fuoco, patendo morti, uccisioni, prepotenze e sequestri. Le recenti bombardamenti nelle vicinanze ai campi profughi a Mai Ayni - Shire e Dedebit che hanno colpito a morte molti civili compresi rifugiati eritrei e bambini è motivo di angoscia per tutti noi. Ce ne sono però molti altri che, pur lontani dai combattimenti, hanno subito e stanno subendo tuttora trattamenti e sofferenze incomprensibili, sicuramente prive di una qualsiasi giustificazione. Faccio riferimento, in particolare, a una numerosa serie di fermi e arresti in di

Libia: Appello al Parlamento Europeo

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  On. David Sassoli Presidente del Parlamento Europeo  Sig. Presidente, certamente non le sfugge quanto sta accadendo a migliaia di profughi/migranti bloccati in Libia. E’ una situazione che, nell’indifferenza e, anzi, assai spesso con la complicità sostanziale delle politiche europee, si trascina da anni ma che, negli ultimi mesi, ha registrato una ulteriore escalation di violenza, orrore, violazione sistematica dei diritti umani. Basti ricordare alcuni esempi più recenti, a conferma del fatto che – come denunciano da sempre l’Unhcr, l’Oim e tutte le più prestigiose Ong internazionali – la realtà libica è un autentico inferno (nei centri di detenzione lager ma anche fuori) per un numero crescente di giovani, colpevoli soltanto di essere stati costretti ad abbandonare la propria terra per cercare altrove libertà, sicurezza, la sopravvivenza stessa. In una parola, la speranza di una vita migliore e più degna. – Tra il primo e il 4 ottobre, partendo dal sobborgo di Gargaresh ed esten

Libia: Appello al Governo Italiano e all'Europa

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  Eccellenza Sig. Presidente, Prof. Mario Draghi   certamente non le sfugge quanto sta accadendo a migliaia di profughi/migranti bloccati in Libia. E’ una situazione che, nell’indifferenza e, anzi, assai spesso con la complicità sostanziale delle politiche europee, si trascina da anni ma che, negli ultimi mesi, ha registrato una ulteriore escalation di violenza, orrore, violazione sistematica dei diritti umani. Basti ricordare alcuni esempi più recenti, a conferma del fatto che – come denunciano da sempre l’Unhcr, l’Oim e tutte le più prestigiose Ong internazionali – la realtà libica è un autentico inferno (nei centri di detenzione lager ma anche fuori) per un numero crescente di giovani, colpevoli soltanto di essere stati costretti ad abbandonare la propria terra per cercare altrove libertà, sicurezza, la sopravvivenza stessa. In una parola, la speranza di una vita migliore e più degna.   – Tra il primo e il 4 ottobre, partendo dal sobborgo di Gargaresh ed estendendo poi l’o

Migranti: appello don Zerai, non spostare salme da cimiteri

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  Migranti: appello don Zerai, non spostare salme da cimiteri   Dopo scoperta a Sciacca di fosse comuni al posto dei loculi  PALERMO  (ANSA) - PALERMO, 05 OTT - Un appello a tutte le prefetture e ai comuni siciliani che hanno accolto le salme di migranti "per lasciarli riposare in pace dove sono stati sepolti originariamente" viene lanciato da don Mussie Zerai, sacerdote eritreo ed attivista a sostegno dei migranti e dei rifugiati con la sua agenzia "Habeshia". L'iniziativa fa seguito alla decisione di alcuni cimiteri comunali di spostare le salme in fosse comuni, come successo a Sciacca dove due donne venute dalla Svizzera per rendere omaggio alla tomba della sorella, vittima del naufragio del 3 ottobre 2013, hanno scoperta che la salma era stata trasferita. Don Mussie Zerai sottolinea che "mancano all'appello 10 salme spostate senza che sia stato informato nessuno dei parenti e familiari". "Il rischio che si perdano delle salme gettate nelle

Appello alla Comunità Internazionale in favore di Rifugiati Eritrei

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 Da mesi riceviamo segnalazioni da profughi eritrei vittime di sequestri e ricatti, bambini e ragazze vittime di abusi sessuali.  Sudan  casi di sequestri lampo a scopo di risicato va crescendo in torno ai campi profughi di Shegherab e Kessella, decine di famiglie costretti a pagare il riscatto per ottenere il rilascio dei loro congiunti. L'autori di questi crimini sono clan ben noti alle autorità di polizia Sudanese, clan di etnia Rashaida ben armati e organizzati con elementi criminali di altre etnie sudanesi ed eritrei che controllano tutta la zona di confine tra i due paese e il territorio intorno ai campi profughi. Il pericolo si annida sulle strade che collegano il campo di Shegherab con Khartoum, molti profughi cadono vittime dei sequestri nel tentativo di raggiungere partenti e amici nella capitale. Khartoum : una rete di tratta di prostituzione e pedofilia che prende di mira minori figli di profughi e rifugiati, bambine di 10 anni sottratti dalle scuole abusate filmate cos